Il problemi ambientali legati al riscaldamento globale e alla diminuzione della biodiversità sono temi sempre più discussi. In fin dei conti, il nostro pianeta ha bisogno che l’uomo si renda conto che deve invertire la tendenza negativa in termini di impatto ambientale. Il passo successivo alla presa di coscienza è l’azione che vada nella direzione virtuosa del cambiamento. Moltissimi settori si stanno reinventando in tal senso, e la moda non è certamente da meno: ecco come nasce la moda sostenibile.

I temi che si vogliono affrontare con questo rovesciamento di paradigma non riguardano solo l’ambiente, ma anche il contesto sociale. C’è la volontà, da parte delle grandi case di moda, di promuovere nuovi valori morali e sociali, in modo che questi ultimi si accompagnino perfettamente ai valori di carattere estetico che da sempre sono perseguiti in quel campo, come l’eleganza, la raffinatezza, la ricercatezza e l’originalità.

Moda sostenibile

Che cos’è la moda sostenibile

In sostanza, quando si parla di moda sostenibile, ci si riferisce a un movimento che racchiude dentro di sé processi finalizzati alla transizione del «sistema moda» verso un rispetto maggiore nei confronti di tutto ciò che ha carattere ambientale e di salvaguardia degli ecosistemi, una maggiore integrità economica e una maggiore giustizia sociale.

La cosa interessante, sulla quale c’è bisogno di soffermarsi, è che gli aspetti che sono presi in considerazione da questo cambio di paradigma sono strettamente interconnessi fra loro. Non è possibile slegare completamente aspetti economico-finanziari da quelli di carattere sociale, o dagli aspetti culturali ed ecologici. Parlando di moda sostenibile si deve quindi tenere di conto del rapporto fra utenti e produttori, dell’ecosistema terrestre presente e futuro, delle finalità e delle metodologia che adottono le aziende nel campo del marketing, giusto per fare alcuni esempi.

Quello che è importante emerga è che la moda sostenibile è responsabilità di tutti, ovviamente in gradi differenti. Dal privato alle aziende, dai produttori all’utente finale: tutto deve essere armonicamente equilibrato. Come si diceva poc’anzi, ogni aspetto che agisce e viene preso come punto fermo di questa rivoluzione non può essere spiegato separatamente dagli altri, perché il cambiamento è complessivo e onnicomprensivo.

Come nasce questo paradigma

Com’è prevedibile, la nascita della moda sostenibile si lega con il movimento ambientalista moderno. Nella seconda metà del ‘900 il tema ha gradualmente acquistato forza e interesse, anche a seguito di svariate pubblicazioni in materia. È tuttavia solo negli anni ’90, dopo la conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo del 1992, nota popolarmente come Summit della Terra, che le questioni legate alla sostenibilità ambientali sono entrate a far parte delle pubblicazioni di moda e tessili.

Tra le aziende che più hanno presentato pubblicazioni in tal senso c’è Patagonia, un’azienda tessile statunitense specializzata in abbigliamento sportivo e da esterni, fondata da Yvon Chouinard nel 1973. In seguito a una ricerca sugli impatti delle fibre utilizzate dalla propria azienda, è stato stimato un ciclo di vita di quattro anni per fibre quali cotone, lana, nylon e poliestere.